Sostenere il Paese è un impegno etico che, particolarmente in questo momento in cui il contrasto alla diffusione del coronavirus sta cambiando molte priorità, dovrebbe vedere ciascuno di noi protagonista, ognuno con le proprie responsabilità e competenze.
Durante il periodo di lockdown, per la maggior parte della cittadinanza sostenere il Paese ha significato restare a casa, impegnarsi affinché potesse essere possibile riuscire a contenere la diffusione del virus.
Esserci attenuti alle regole sta consentendo adesso di avviare una lenta ripresa, sociale ed economica. Per alcuni di noi, però, sostenere il Paese ha significato non potersi fermare, anzi: nei giorni di maggiore emergenza sanitaria, uno dei servizi che è proseguito senza sosta è quello della gestione dei rifiuti che ha continuato ad assicurare il necessario supporto al benessere, alla qualità della vita e alla sicurezza sanitaria dei cittadini.
Il settore di igiene urbana è spesso oggetto di pregiudizi e fake news: in realtà, nel panorama economico nazionale, è un settore industriale che si propone, nell’esercizio della sua attività, come un incubatore di tecnologie innovative dotato, al suo interno, di competenze professionali di alto profilo.
Nell’emergenza Covid-19 si sono evidenziate nuove criticità a cui è stato necessario trovare una risposta.
Prepararsi alla Fase 2, ad esempio, ha comportato dover rispondere a nuove esigenze in tema di sanificazione per la ripresa in sicurezza delle attività.
Facendo un giorno la spesa al supermercato, il Responsabile della Direzione Environmental Operations di Sersys Ambiente, Alessandro Semeria, si è reso conto che, in posti ad alta frequenza, molti erano i veicoli di diffusione del virus.
Un esempio? Gli impianti di aerazione. Questa la genesi dello sviluppo del test che rileva la presenza del virus COVID-19 nei luoghi di lavoro: una verifica certa e rapida, già oggi disponibile, che consente di ottenere risultati in sole 48 ore dal tampone, eseguito direttamente dal personale Sersys per assicurare massima sicurezza.
La ricerca del virus viene effettuata grazie a un’analisi denominata RT-PCR (Reverse Transcriptase Polymerase Chain Reaction: reazione a catena della polimerasi inversa).
Il test può essere eseguito all’interno di aziende, supermercati, location produttive, su superfici di lavoro, nelle condotte dell’aria e sulle superfici ad alta frequenza di contatto, come maniglie delle porte, pulsantiere, tastiere del PC, macchinette del caffè, terminali POS, carrelli della spesa e cellulari, consentendo così di determinare la sicurezza microbiologica degli ambienti.
La portata innovativa del progetto sviluppato dall’azienda di Rivoli è stata oggetto anche di un servizio andato in onda nella rubrica “Racconti d’Italia” di SkyTG24.
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Un’altra criticità che si sta affacciando in questa nuova fase di ripresa delle attività è quella legata allo smaltimento dei DPI necessari per contribuire a limitare la diffusione dell’epidemia: le imprese perseguono questo obiettivo dotando i lavoratori dei dispositivi di protezione individuali. Mascherine, guanti e indumenti protettivi sono strumenti indispensabili per garantire la nostra salute e quella di chi lavora con noi.
La corretta gestione dei dispositivi di protezione individuale dismessi dopo l’uso è un elemento fondamentale per limitare la possibile trasmissione dell’infezione. Mettere in atto ogni cautela nella gestione di rifiuti potenzialmente infetti non è solo un’azione di responsabilità sociale delle imprese, ma è anche un preciso obbligo di legge.
ESO, che ha una specifica esperienza nella raccolta e nell’avvio al trattamento di questa tipologia di rifiuti e offre un servizio in grado di raggiungere in poche ore qualsiasi ufficio, negozio, studio o stabilimento in tutta Italia, ha predisposto un servizio apposito, conforme a tutte le norme applicabili e realizzato con la massima attenzione: consegna ESObox da 40 o 60 litri e, in base alle necessità, va a ritirarli con le frequenze concordate o previste per legge.
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